venerdì 1 agosto 2014

Economia inclusiva: la strada della cooperazione

SOLANAS - Casa di Don BoscoCagliari

Mons. Adriano Vincenzi ha aperto l'ultima giornata di lavori, presentato dal Dr. Gilberto Marras, Direttore di ConfCooperative.

Vincenzi parte da un'osservazione: l'economia di solito è divisiva. Sappiamo grazie alla storia che tra impresa e lavoratori c'era un muro, quindi il produrre beni e creare ricchezza sembra avere una grande forza di esclusione, questo perché la distribuzione della ricchezza viene fatta in maniera impropria. Pur sapendo e vedendo tutto ciò, come possiamo dire di desiderare un'economia inclusiva? Bisogna analizzare il nostro apparato teorico, la nostra idea di mercato etc.

E' possibile parlare di economia inclusiva soltanto inserendola in un'idea di sviluppo, nell'orizzonte teorico della Caritas In Veritate, e per avere una visione corretta di sviluppo bisogna sapere che sviluppo è anzitutto vocazione.


Per cambiare l'economia non c'è bisogno di gente più "buona", ma di persone che hanno una visione economica corretta e che portano avanti un'idea che ha certamente qualcosa di utopico, ma non si riduce a un modello ma è guidata dalla coscienza.

Adriano Vincenzi - Gilberto Marras
Se la Dottrina Sociale vuole al centro la persona allora bisogna fare affidamento sulle persone. C'è bisogno di Dio nell'economia. La spiritualità delle persone non si realizza perché si fa parte di un gruppo cattolico, ma solo dentro "il deserto" inteso come la frontiera dell'economia reale. La cooperazione sta in piedi quando incontra persone con queste condizioni, altrimenti va in crisi.

Le caratteristiche dei progetti cooperativi sono: condivisione, autonomia, domanda di un bisogno, localizzazione sul territorio e mutualità. Si capisce quindi che sono determinanti la formazione e l'informazione. Ma cosa rende interessante la cooperativa? La capacità di cogliere i bisogni della gente e di trovare una risposta, strategica attraverso la prossimità, la territorialità e le relazioni che una persona vive nel suo ambito. La capacità di vivere un rapporto responsabile con il proprio territorio, nonostante la globalizzazione.  Inoltre la cooperativa è per sua natura remunerativa, proprio per sostenere la persona che si impegna sul territorio

L'intervento di Vincenzi si chiude con un appello ai giovani. Attraverso i giovani si deve aprire una stagione nuova, con un nuovo modo di pensare allo sviluppo, facendo un investimento proprio sul nostro territorio, partendo dalla consapevolezza di aver una possibilità, anche perché non c'è niente, c'è ancora tutto da creare.

Tutti noi diventiamo un laboratorio, e insieme possiamo dare forma ad una economia inclusiva e cooperativa.  


Anna Chiara Marcattilj


Leggi la relazione di Mons. Vincenzi

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