SOLANAS - Casa di Don Bosco, Cagliari
La seconda giornata si è aperta con il contributo dell’On. Savino Pezzotta.
La seconda giornata si è aperta con il contributo dell’On. Savino Pezzotta.
L’intervento dell’onorevole inizia con un
breve confronto tra la società industriale e quella post industriale, accompagnato
da alcuni aneddoti sulla sua esperienza personale da operaio in fabbrica.
In quel particolare periodo storico si
ragionava poco sulla coscienza personale mentre si era più concentrati su una
dimensione sociale della necessità. L’industria era vita per la coscienza
degli operai.
“Da giovane operaio, pensavo solo al mio
lavoro. Stare in fabbrica era una vita da cani, sopraffazione e subordinazione
erano enormi, ogni libertà era oppressa. Però mentre vivevo questa condizione,
seguivo gli insegnamenti del mio parroco riguardo la DSC. In particolare mi
interessava la Rerum Novarum, e come affrontava la questione operaia
all’avvento del capitalismo. Ascoltavo inoltre i radio messaggi di Pio XII sul
lavoro e la tecnica.
Credo
di aver capito i meccanismi di oppressione della fabbrica, grazie proprio
all’insegnamento della Rerum Novarum. Da quel momento mi sono iscritto ad un
sindacato, visto come strumento, compagnia, fraternità (degli oppressi).”
Da qui la lezione dell’importanza di
assumersi le proprie responsabilità, del passaggio fondamentale dall’ “io” al
“noi”.
Dall’incontro
con gli altri nasce la dimensione etica. La coscienza è qualcosa di intimo, che
non va relegata esclusivamente alla sfera individuale. I principi fondamentali per far fiorire
un’adeguata coscienza sociale sono:
- La relazione con gli altri. Il confronto aperto dei cattolici nella società pluralista
- Informarsi con spirito di discernimento
- Non cancellare le esperienze passate guardando solo al presente (no al presentismo)
- Non agitare i propri principi cristiani “come una clava”
- Garantire l’obiezione di coscienza, che indica libertà di coscienza (come dovrebbe essere in tutte le democrazie, in quanto territorio del pluralismo).
“La coscienza ben formata è un impegno
politico”. Il vivere associato delle persone significa fare esercizio di
coscienza, secondo il principio del Bene Comune. C’è bisogno di un’autentica
religiosità, aperta alle diversità. C’è necessità di una spiritualità che non
si disincarni. Solo una dimensione spirituale ci può riportare alla dimensione
politica, al destino comune. Una società disincarnata, concentrata sull’Io,
finisce con l’ingiustizia.
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