giovedì 31 luglio 2014

Educare all’impegno di Cittadinanza nella Chiesa e nella Città

SOLANAS - Casa di Don BoscoCagliari


La terza giornata di Summer School si è aperta con il Prof. Andrea Porcarelli, pedagogista bolognese con una carriera accademica da filosofo. 

Il professore ha introdotto l’argomento presentando due immagini. La prima immagine la prendiamo da Platone (La Repubblica) quando parlava dell’educazione del giovane cittadino collegandola alla costruzione di un mondo interiore. La cittadinanza è prima di tutto una dimensione interiore della formazione della persona. La seconda immagine la prendiamo da Aristotele (Politica) e riguarda la necessità di un’educazione adatta alla Costituzione per assicurare la stabilità della stessa. Quindi la cittadinanza attiva si fonda sia su una città interiore che sul prendersi cura delle dinamiche educative che portino i figli ad occuparsi responsabilmente della loro città.


Inoltre il professore si è soffermato sul concetto di Persona. Troppo spesso ci ritroviamo con delle traduzioni di alcuni termini che sono poco inerenti al significato profondo delle parole stesse. In realtà “uno è persona in forza di quello che è e non di quello che fa”.

Fulcro del discorso è stata l’analisi del concetto di bene comune. Anche qui il professore è partito da due proposizioni che portano a delle traduzioni errate di bene comune. “La libertà di una persona finisce dove inizia la libertà dell’altro”. Questo è il primo concetto errato di bene comune. E’ un concetto altamente egoista che porterebbe a considerare la persona come un limite negativo impedendo quindi una collaborazione tra i cittadini. 


Il secondo concetto che riprende il mito di “Prometeo ed Epimeteo” considera il bene comune come una necessità dell’uomo che si trova costretto a collaborare con gli altri uomini per la sopravvivenza. Il bene comune non può esserci solo per necessità ma dovrebbe essere qualcosa di attraente e naturale. Importante in questo punto dell’esposizione da parte del prof è stata la citazione di Jacques Maritain che intendeva il bene comune come qualcosa di più profondo. “Ogni qualvolta – dice Porcarelli parafrasando Maritain - si vengano a mettere in dubbio le istituzioni o comunque si crei mancanza di fiducia tra gli uomini, si mina il bene comune”. 



Per concretizzare tutto ciò il professore sottolinea che prima di mettere in pratica questi concetti nel mondo vanno prima interiorizzati. Bisogna creare un mondo interiore che abbia come base queste considerazioni e solo dopo si potrebbe riuscire a concretizzare ciò che abbiamo appreso. 

In conclusione sono stati citati il primo DPR 585/1958 che ha introdotto l’obbligo dello studio della costituzione (Educazione Civica) e la L. 169/2008 che grazie anche alla partecipazione diretta del Professore Porcarelli ha annunciato una sperimentazione nazionale di “Cittadinanza e Costituzione” nell’istruzione.
Bisognerebbe quindi passare da una retorica della partecipazione ad una prassi da costruire in tutti gli ambienti, a cominciare dall’educazione giovanile e quindi dalla scuola.

                                                                                                                                 Gianmarco Vocalelli

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